Immagine: Murales di Frank Lucignolo, Petit Simon, Sandro Crash a Caprarica di Lecce

CONTEST DI URBANISTICA TATTICA CREATIVA A CAPRARICA DI LECCE
in memoria di Antonio Verri L.

Chi era Antonio Verri?

Risultati della prima edizione del contest

VOTA LA TUA IDEA TAO-CTICAL PREFERITA

Nella mostra virtuale troverai i primi 10 progetti classificati, secondo i punteggi attribuiti dal comitato di valutazione. 

Adesso tocca a te decidere il progetto che sarà realizzato a Caprarica di Lecce. Come?

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  2. Scopri i progetti, leggi le descrizioni e osserva le immagini
  3. Clicca sulla scritta “VOTA” sotto il progetto e metti like ai tuoi progetti preferiti. Puoi votare più di un progetto, anche tutti!

Ai fini della valutazione verranno conteggiati solo i like e le reazioni lasciate alle foto sulla pagina Facebook ufficiale di EduVita.

Quindi, affinché il voto sia valido occorre aprire la foto direttamente dall’album sulla pagina di EduVita e lasciare il like o la reazione. I like e le reazioni ottenute dalle ricondivisioni di post non saranno conteggiati.

Il comitato di valutazione ha il diritto di verificare la veridicità dei profili che mettono like alla foto. I like ricevuti dai profili Facebook ritenuti sospetti-bot non saranno conteggiati.

Le valutazioni online verranno chiuse venerdì 17 febbraio alle ore 17:00!

*Al progetto più votato online verranno attribuiti 25 punti, che verranno sommati al punteggio base attribuito dal comitato nella prima fase di valutazione. 

I PROGETTI

Progetto n°1

GreenMark

GreenMark è un progetto di rigenerazione urbana con l’aggiunta di un nuovo percorso pedonale, attraverso le tradizioni locali, e costeggiato da un murales dedicato ad Antonio Verri. Il percorso culmina nel nuovo orto urbano, in Via Santa Maria, che diventerà luogo ricreativo e di interazione sociale.

Lorenzo Baroni

Il progetto si sviluppa in adiacenza a Piazza Vittoria aggiungendo un nuovo percorso pedonale, a quelli già presenti nella città, che passando da via Giacomo Matteotti si innesta in via Santa Maria fino a raggiungere Piazza G. Garibaldi.

GreenMark è un progetto di rigenerazione urbana che si va ad innestare nel territorio della città di Caprarica di Lecce, con lo scopo di creare un nuovo spazio verde che ricucia i rapporti tra vecchie e nuove generazioni, avvicinando le più nuove alla cultura e alle tradizioni dei Tao.

Il nuovo percorso pedonale è identificato da una colorazione verde, effettuata attraverso vernici a base di resina sulla pavimentazione esistente, vuole divenire un percorso di conoscenza delle tradizioni locali, fronteggiando la bottega artigiana dell’artista Raffaele Verri, dove è possibile ammirare i suoi lavori in pietra leccese, l’azienda agricola locale, e passando in fine per l’antico frantoio ipogeo, luogo di straordinaria bellezza e conoscenza. 

Affiancato per tutta la lunghezza del percorso un murales, realizzato sulle pareti degli edifici adiacenti, rende omaggio al famoso poeta salentino Antonio Verri, alternando la scrittura dei suoi versi più celebri, disegni che rimandano all’ulivo e alla campagna salentina e dalla continuazione delle fioriere esistenti, realizzate attraverso pancali in legno.

Fulcro del percorso sarà il nuovo orto urbano che si verrà a creare, in uno spazio di risulta tra due abitazioni in via Santa Maria. Esso diventerà un luogo di incontro e di interazione sociale, pensato come spazio educativo e ricreativo all’aria aperta. Sviluppandosi intorno ad una “piazza” circolare, nel cui centro sarà presente un albero di ulivo come rimando alla cultura del luogo, si verranno a creare due aree per la collocazione dell’orto rialzato attraverso aiuole in legno. Una pavimentazione in pietra leccese costeggerà le pareti sud ed est, per garantire facile accesso alla piazza, anch’essa in pietra leccese, e al fabbricato sul lato a sud, separato attraverso una struttura verticale in legno, che fungerà anche come deposito e spazio espositivo.

GreenMark è stato pensato attraverso interventi di piccola entità ma che aumentano e rafforzano il legame che vi è nella la comunità e il territorio, con la possibilità di partecipazione da parte dei cittadini di poter contribuire alla realizzazione dell’intervento, facendolo divenire vera e propria opera di auto-costruzione.

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Progetto n°2

ulivetourbano

Il progetto ulivetourbano trasforma via Francesco Greco in una piazza, come estensione della scuola, capace di assumere i più svariati utilizzi durante l’arco della giornata, diventando luogo di incontro e socialità per l’intera comunità. La piazza è progettata su una griglia ispirata al modulo di piantumazione degli ulivi.

Giovanni Bertocchi, Giuliano Fertonani Affini e Valentina Labriola

Come area di progetto è stata identificata via Francesco Greco, uno dei punti strategici del paese in quanto luogo d’ingresso del polo scolastico. 

Il progetto prevede la trasformazione di via Francesco Greco in una piazza, come estensione della scuola, capace di assumere i più svariati utilizzi, diventando luogo di incontro e socialità per l’intera comunità. 

La progettazione della piazza, ispirata al concetto del Tao, riprende il paesaggio locale. Attraverso la definizione di una griglia che riprende il modulo di piantumazione degli ulivi, si vuole riportare l’ambiente rurale all’interno dell’edificato, da qui il nome ulivetourbano.

L’area scelta è attualmente utilizzata come parcheggio, luogo inospitale e non sicuro per l’accesso all’istituto scolastico. Il progetto prevede una spina centrale, chiamata filo bianco, che unisce gli elementi presenti nella piazza. Lungo questo elemento trovano luogo una serie di stanze che scandiscono il succedersi degli spazi. I micro-luoghi che si vengono a creare vogliono favorire la socialità attraverso destinazioni e usi diversi. Le stanze del verde, la stanza del palco, e la stanza dei giochi sono elementi dinamici adattabili alle varie esigenze dei cittadini. 

La piazza assume, quindi, utilizzi diversi lungo l’arco temporale della giornata: di mattina è un parco giochi per i bambini durante l’ingresso al polo scolastico, nel pomeriggio si trasforma in luogo di ritrovo e relax, mentre la sera diviene una possibile location per ospitare eventi e manifestazioni per tutti. 

Gli arredi sono pensati per essere costruiti in loco attraverso materiali semplici. Le panchine e il palco sono costruiti con una struttura in legno e pietra locale, mentre le aiuole hanno un cordolo in legno e sono modellate da un substrato vegetato con essenze locali. I disegni e le croci, infine, sono realizzati tramite pittura.

Per la realizzazione dell’intervento si prevede di coinvolgere i cittadini e gli studenti del polo scolastico, organizzando un evento partecipato per la creazione della nuova piazza, in cui ognuno può diventare parte attiva nel processo di rigenerazione dello spazio pubblico.

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Progetto n°3

La Mar

La Mar è una struttura realizzata con materiali a bassissimo impatto ambientale, composta da 24 moduli, dotati di movimento a carrucola su corda. L’intera struttura poggia su dei vasi, dai quali nasce come pianta che nutra la comunità. Come un ajara che scandiva il tempo contadino, la Mar si presta ad interagire con la comunità, che la trasforma secondo la propria interpretazione.

Il collettivo Traccia composto da Mario Maiorani, Alessandro di Egidio, e Pierluigi Bello

 L’opera “la MAR” è prevista nel vacuum urbano di via Risorgimento 15, che già ospita interventi di animazione urbana come il punto di somministrazione e l’opera d’arte muraria già dedicata a Verri

La Mar, un grembo materno, un ajara che scandiva il tempo contadino, farà incontrare la fantasia dei suoi ospiti con i Tao. La struttura poggia su dei vasi dai quali nasce come pianta che nutra la cittadinanza. I pannelli laterali sollevandosi ed abbassandosi come i Tao, permetteranno ai cittadini di interagirci, di trasformarsi e di pensarsi.

La struttura è costruita per la maggior parte con materiali a bassissimo impatto ambientale e di reperibilità locale (bambù, funi, terracotta e legno). La “MAR” è composta da 24 moduli tanti quante le ore di una giornata. 

Ogni modulo è dotato di movimento a carrucola su corda, che aziona il meccanismo dei pannelli. I moduli possono essere adoperati isolati e assemblati, ampliando così, le possibilità di interazione ed interpretazione da parte della comunità. Una agorà assembleare, una piccola galleria espositiva, un salotto urbano con sedute, leggii o scrittoi, dove ospitare pensieri, mostre, laboratori o spettacoli. 

“La Mar” è tutto questo, tramite estratti da “la Cultura dei Tao” apposti sulle pareti laterali, la comunità potrà soddisfare le sue diverse stagioni e momenti di incontro, espressione, elaborazione, conoscenza e crescita.

Un nuovo dispositivo per attività all’aperto di incontro intergenerazionale attorno alla scuola ed al Verri.

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Progetto n°4

Un playground per i Tao

Un playground per i Tao prevede l’installazione di 5 strutture ludiche ispirate agli elementi della vita contadina narrata da Verri, tra cui il cuecolo di neve, il campanile, e il lavoro delle squadre della monda. L’opera nasce con l’intento di creare uno spazio per accogliere i Tao, invece che scacciarli, per ricordarli e giocare con loro.

Giovanni De Bene

 La scelta del luogo è ricaduta sul Parco del Grano, poiché si presta alla realizzazione di un parco giochi essendoci parte di terreno non utilizzata.

L’opera “un Playground per i Tao” nasce con l’intento contrario a quello di scacciare i Tao; cioè, creare un luogo in cui accoglierli, in cui possano essere ricordati, in cui si possa giocare con loro e attraverso di loro.

Partendo dalla narrazione della vita di campagna fatta da Verri, sono state pensate delle piccole strutture ludiche che possano essere per i bambini e per i fruitori del parco motivo di ricordo, di divertimento oltre che di convivialità.

I giochi ideati traggono ispirazione dal cuecolo di neve, dal campanile, dal lavoro delle squadre della monda, dal pane sotto la neve, dalle colture del Salento e dai campi di grano. 

Per la realizzazione si possono utilizzare sia materiali di facile reperibilità, sia di recupero sia presi direttamente nella campagna Salentina. 

Per riportare alla memoria le parole di Verri, può essere inserita anche una cartellonistica che richiami i passaggi di “La cultura dei Tao” dai quali traggono ispirazione le varie strutture per il gioco. 

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Progetto n°5

LìLà

Lìlà è un progetto di rigenerazione urbana di Piazza dei Fiori attraverso l’installazione di strutture modulari mobili che possono fungere da seduta, piano da lavoro, pannello espositivo e playground, e altre attività. Per offrire delle linee guida sulla disposizione dei moduli, il progetto prevede una nuova immagine per la pavimentazione ispirata alle ceramiche salentine.

Briscola Studio composta da Giuliari Filippo, Matteraglia Marco, Zambelli Paride

Nel mese di ottobre, il team ha organizzato un dibattito informale con e tra cittadini attraverso workshop partecipati di mappe emotive. Durante l’incontro, i cittadini hanno indirizzato l’interesse del team verso aree a bassa carica emotiva e poco utilizzate.

Accettando la sfida proposta dagli abitanti, abbiamo scelto Piazza dei Fiori. Un luogo poco menzionato, e che tuttavia offre un ampio spettro di riconfigurazioni spaziali e programmatiche.

Uno spazio, che può diventare un luogo, capace di generare attività alternative. Una piazza in cui tutti i cittadini possono sperimentare attività collettive che possono diventare permanenti. Ad esempio, lo spazio potrà essere utilizzato come banco di prova sulla fattibilità di un cinema nel paese, esaminando l’interesse e la partecipazione degli abitanti alla settima arte. Un luogo di sperimentazione per eventi, feste, sport ed interessi poliedrici. Uno spazio per tutti.

Per accogliere tale programma, il team ha ideato delle strutture mobili, realizzate in legno lamellare. Degli oggetti modulari di 2m*1m*2m, capaci di ospitare funzioni differenti a seconda delle necessità: seduta, piano da lavoro, pannello espositivo e playground. 

Attività da esplorare con gli abitanti nella fase di costruzione, aggiungendo ulteriori possibilità di riconfigurazione. 

Infine, per offrire delle linee guida sulla disposizione dei moduli, il team ha sviluppato una nuova immagine per la pavimentazione della Piazza. Un’immagine che parte da uno studio delle ceramiche salentine, e si traduce come linea guida bicromatica sulla disposizione delle strutture. Una pavimentazione ludica e capace di guidare dalla composizione di spazi privati a quella degli spazi condivisi. Per coniugare l’opera alla urgente tematica ambientale, è previsto l’utilizzo, per quanto possibile, di risorse recuperabili dalle isole ecologiche limitrofe a Caprarica, come legno, teli e viti.

Piazza dei Fiori può quindi diventare lo scenario per un dialogo e un confronto tra i cittadini, uno luogo capace di sviluppare la capacità immaginifica dei suoi interlocutori, e di rinvigorire il rapporto tra cittadini e territorio come metafora del grande sogno Verriano.

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Progetto n°6

CASA:PAESE

Il paese, con i suoi spazi di diversa morfologia, diventa “casa”: una casa per tutti, per riscoprire il paese e viverlo insieme. Il progetto è un percorso ideale alla riscoperta di Caprarica di Lecce, “casa” dei suoi abitanti, con interventi e azioni puntuali e temporanee (vernici lavabili a terra, nastri adesivi, e arredi), che rivalorizzano lo spazio pubblico.

cs.fm composto da Fabrizia Mucia e Corrado Scudellaro

Percorso alla riscoperta di Caprarica, attraverso Villa Comunale, Piazza Vittoria, Via Capece, Via Francesco Greco

Caprarica di Lecce presenta le tipicità di un borgo salentino: dominato dal suo palazzo baronale, tra stradine strette e case basse, con un attaccamento profondo al territorio e alla sua campagna. Ma quello che Caprarica di Lecce ha in più è la sua dimensione di “casa” dettata dalla sua forte comunità, come emerso dal piccolo sondaggio condotto tra la cittadinanza.

Lo scopo del sondaggio era capire i bisogni della popolazione pertinenti lo spazio pubblico. È emerso che la Villa Comunale, attrezzata con verde, ombra e giochi, è lo spazio più utilizzato; anziani e giovani si ritrovano nello stesso luogo, per la mancanza di altrove dove socializzare. 

Ma Caprarica di Lecce ha come punto di forza il suo spirito di comunità, tipico ma non scontato dei piccoli insediamenti. E’ questo spirito che deve essere colto: è necessario mettere in rete gli spazi urbani, anche quelli informali e di risulta, così da instaurare una “coesione” tra il tessuto urbano preesistente e ciò che potenzialmente ha da offrire. Trasposto con una metafora, il paese, con i suoi spazi di diversa morfologia, diventa “casa”: una casa per tutti, per riscoprire il paese e viverlo insieme.

La “sala” è il primo ambiente della casa, dove si ricevono ospiti, ci si raduna e rilassa, si scambiano chiacchiere. E’ lo spazio per incontrarsi e ritrovarsi. La “veranda” è cornice di pomeriggi all’ombra, al riparo dalla canicola, ritrovo e relax per la comunità, circondati da amici e conoscenti. Cuore della casa e focolare domestico, la “sala da pranzo” è spazio di ritrovo e raduno, per scambiarsi opinioni e idee attorno a un tavolo, “aggiungere un posto” per gli altri e scambiarsi racconti. Questi temi sono tradotti materialmente in azioni puntuali e temporanee, con vernici lavabili a terra, nastri adesivi e arredi (possibilmente offerti dagli abitanti stessi), ma che proiettano una visione sulle possibili trasformazioni future.

La casa è però composta anche da soglie e spazi aperti: l’“ingresso” della Casa:Paese è effettivamente una parete in legno e policarbonato con una porta; da Piazza Vittoria, si entra così nel nuovo sistema di spazi pubblici riscoperti, varcando una non più metaforica soglia. A conclusione del percorso in via Capece, il “cortile” è lo sfogo aperto della casa, spazio protetto per giocare, fare attività insieme, incontrarsi. La nuova caratterizzazione di via Francesco Greco restringe la carreggiata ed elimina posti auto, così da donare nuova superficie all’uso pubblico e non più a uso esclusivo dell’auto, dividendola in aree di gioco libero, tramite l’utilizzo di nastri adesivi colorati e pitture a terra. 

L’intervento è quindi un percorso ideale alla riscoperta di Caprarica di Lecce, la “casa” dei suoi abitanti.

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Progetto n°7

Pietra Verriana – Tao-Ctical Urbanism

Ispirato al concetto di pietra miliare, Pietra Verriana la rivalorizzazione di diverse aree urbane attraverso 3 tipi di intervento: l’installazione di 6 elementi di arredo urbano, un’opera di street art in Piazza della Vittoria e l’impianto di dispositivi Beacons nel Parco del Grano, contenenti le informazioni riguardo le specie agricole salentine.

Federica Pavia

Parco del Grano, Piazza della Vittoria, Via San Cesario, Via dei Tulipani

Il Salento: territorio esposto a aridità e desertificazione. Il sistema antico che ha lo scopo di captare l’umidità dei venti negli interstizi delle pietre, è un contributo alla soluzione del problema, ancorando il luogo alla tradizione mediterranea. Nelle zone aride esistono una serie di semplici allineamenti pietrosi, tumuli a mezza luna, muri a secco. Troviamo tracce archeologiche nel deserto del Negev, nella valle del Giordano ma queste strutture sono in Salento, Pantelleria, Tunisia, Canarie.

Per Caprarica si tratta di realizzare la struttura di forma semilunare che abbraccia un ulivo, simbolo del Salento, di pace e fertilità ma in mattoni. 

La funzione ulteriore è creare un luogo di poesia, come per il Verri si intende che: “i Tao sono folletti dell’aria, nelle culture tradizionali l’apprendimento e la trasmissione dei saperi passano attraverso lo sguardo, l’ascolto e la parola. Attraverso il potere magico dell’affabulazione tradizionale, la madre, verrebbe da dire, di tutte le narrazioni.”

Mostrando il Genius Loci, sono i folletti del Verri che vogliamo catturare, spazio per letture di poesie intorno all’ulivo e luogo per raccontare il quotidiano. L’opera, dedicata al Verri, si presenta come spazio di relazione temporaneo a disposizione della comunità e i visitatori durante azioni, recital, festival, che qui si svolgeranno; l’uso del laterizio, se formalmente discende dalla tradizione nord europea e italiana (vedi: Kirkeby, Heerich, Vehring) per una scultura pubblica, vuole essere opera aperta, un luogo di incontro e di relazione per ritrovare una dimensione umana in nome della poesia.

L’abitare in questo caso, non è più inteso come vivere in una casa, ma uno spazio dove dimorano pensieri e sentimenti, indagando i rapporti tra minerale e vegetale, animale e artificiale, la fertilità degli uomini e della terra, l’energia cosmica dei vulcani, specchiandosi nelle costruzioni tradizionali dei luoghi unendo la forza del fuoco, dell’acqua, dell’aria e della terra.

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Progetto n°8

Teatro Popolare

Il Teatro Popolare è una struttura di forma semilunare che abbraccia un ulivo, simbolo del Salento, di pace e fertilità ma in mattoni. La struttura, da un lato, contribuisce a contrastare l’aridità, captando dei venti negli interstuizi delle pietre; dall’altro, si presenta come luogo di relazione temporaneo a disposizione della comunità e i visitatori durante azioni, recital, festival, che qui si svolgeranno.

Licia Zhenru Liang

Il progetto si sviluppa in adiacenza a Piazza Vittoria aggiungendo un nuovo percorso pedonale, a quelli già presenti nella città, che passando da via Giacomo Matteotti si innesta in via Santa Maria fino a raggiungere Piazza G. Garibaldi.

Il Salento: territorio esposto a aridità e desertificazione. Il sistema antico che ha lo scopo di captare l’umidità dei venti negli interstizi delle pietre, è un contributo alla soluzione del problema, ancorando il luogo alla tradizione mediterranea. Nelle zone aride esistono una serie di semplici allineamenti pietrosi, tumuli a mezza luna, muri a secco. Troviamo tracce archeologiche nel deserto del Negev, nella valle del Giordano ma queste strutture sono in Salento, Pantelleria, Tunisia, Canarie.

Per Caprarica si tratta di realizzare la struttura di forma semilunare che abbraccia un ulivo, simbolo del Salento, di pace e fertilità ma in mattoni. 

La funzione ulteriore è creare un luogo di poesia, come per il Verri si intende che: “i Tao sono folletti dell’aria, nelle culture tradizionali l’apprendimento e la trasmissione dei saperi passano attraverso lo sguardo, l’ascolto e la parola. Attraverso il potere magico dell’affabulazione tradizionale, la madre, verrebbe da dire, di tutte le narrazioni.”

Mostrando il Genius Loci, sono i folletti del Verri che vogliamo catturare, spazio per letture di poesie intorno all’ulivo e luogo per raccontare il quotidiano. L’opera, dedicata al Verri, si presenta come spazio di relazione temporaneo a disposizione della comunità e i visitatori durante azioni, recital, festival, che qui si svolgeranno; l’uso del laterizio, se formalmente discende dalla tradizione nord europea e italiana (vedi: Kirkeby, Heerich, Vehring) per una scultura pubblica, vuole essere opera aperta, un luogo di incontro e di relazione per ritrovare una dimensione umana in nome della poesia.

L’abitare in questo caso, non è più inteso come vivere in una casa, ma uno spazio dove dimorano pensieri e sentimenti, indagando i rapporti tra minerale e vegetale, animale e artificiale, la fertilità degli uomini e della terra, l’energia cosmica dei vulcani, specchiandosi nelle costruzioni tradizionali dei luoghi unendo la forza del fuoco, dell’acqua, dell’aria e della terra.

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Progetto n°9

Incanto Festival

Il progetto propone il Festival Incanto, tre giornate composte da un ricco programma di eventi volti alla riscoperta delle radici storico-culturali della comunità di Caprarica e in dialogo con i linguaggi artistici contemporanei. Il festival sarà ospitato nel “Mondo a mezz’aria”, struttura di pali di legno disposti a formare un sistema di travi e pilastri, che verrà completata con elementi di design e allestimento.

Il progetto è guidato dal duo curatoriale formato da Francesco D’Aurelio ed Eleonora Cecere, a cui in occasione del concorso, si sono unite le competenze specifiche di Camilla Cangiotti, Giacomo Mantelli ed Enrica Marangio.

Festival urbano

Il progetto prevede una prima fase partecipativa in cui attraverso la call “Fate fogli di poesia, poeti!” viene chiesto ai cittadini di donare materiali affettivi che andranno a costituire un archivio condiviso, manifesto della sensibilità collettiva. 

Intanto verranno individuate all’interno del panorama artistico nazionale quattro figure professionali, legate a diversi ambiti disciplinari, che svilupperanno una ricerca personale direttamente connessa al territorio.

Per la costruzione dello spazio è stato scelto un ampio lotto, indicato ad ospitare l’opera. Si tratta di una struttura di pali di legno disposti a formare un sistema di travi e pilastri in modo da comporre un organismo spaziale a cui diamo il nome di “Mondo a mezz’aria”, in memoria del poeta. Durante la fase operativa verrà montata la struttura base che diventerà la sede del festival. 

Il progetto si avvale di materiali non impattanti e “tecniche povere”, ed è attento a coinvolgere le maestranze locali in tutte le sue fasi, rispettando così i valori della sostenibilità ambientale e sociale.

Una volta pronta la struttura base, il team si occuperà di disegnare e realizzare gli elementi di design e l’allestimento del “Mondo a mezz’aria”. Il design si ispira alle narrazioni fantasiose del poeta e può assumere differenti configurazioni a seconda dell’attività prevista. 

La struttura è pensata per rispettare il principio della multifunzionalità: una volta terminato il festival questa potrà essere utilizzata dalla comunità come mercato all’aperto, campetto sportivo, cinema ecc.

Infine, nelle due settimane antecedenti le tre giornate di festival, è previsto lo svolgimento di quattro workshop, a cura dei professionisti scelti in precedenza, rispettivamente sul teatro e le arti performative, sull’editoria e le arti visive, sul suono e sulla cucina tradizionale. 

Dunque, nell’ultimo step vediamo la “messa in scena” di Incanto Festival, tre giornate composte da un ricco programma di eventi volti alla riscoperta delle radici storico-culturali della comunità di Caprarica e in dialogo con i linguaggi artistici contemporanei. Incanto festival è un dispositivo generativo di idee ed è aperto a tutti, si pone due obbiettivi fondamentali: generare comunità e stabilire nuove connessioni prolifiche per il territorio. 

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Progetto n°10

TI RACCONTO NA CCOSA

Ti racconto na ccosa è un percorso ideale dalla campagna, attraverso l’abitato e di ritorno alla campagna, delineato con la partecipazione attiva della comunità, attraverso laboratori di raccolta di memorie, fisiche ed orali, coprogettazione e cocostruzione. La struttura fisica è composta da struttura di base, balle di paglia, ulivi e colori, sui quali si innestano i frutti del processo partecipato: parole, musica, fotografie o creazioni in dialogo con il patrimonio culturale di Verri.

Eugenio Bosco, CECILIA MAINARDI, MARTINA BOCCI, MARIARITA MINGOLLA, LAVINIA ROSI

Il progetto si sviluppa dentro e attraverso Caprarica: più luoghi che rappresentano diversi momenti della vita della comunità, in un percorso ideale dalla campagna, attraverso l’abitato e di ritorno alla campagna.

Ti racconto na ccosa si ispira alla coltivazione: gli interventi sono come degli alberi da frutto, che coltivati dall’uomo, conoscendo la terra, regalano bellissimi frutti.

Gli interventi non sono elementi isolati, ma, come gli alberi in un bosco sono connessi dalle radici, interagiscono nel movimento delle persone.

I luoghi indicativamente proposti sono stati scelti per la loro capacità di catalizzare significati ed azioni; le aree d’intervento saranno individuate in un processo partecipato con la comunità.

Il processo partecipato è rivolto a tutti gli abitanti del territorio: l’obiettivo è quello di costruire uno spazio comunitario che grazie alla sua variabilità possa accogliere chiunque, sia un bambino, un anziano, un adolescente o un uccellino, in un ambiente protetto sicuro e piacevole.

Vengono organizzati laboratori di raccolta di memorie, fisiche ed orali, coprogettazione e cocostruzione attivati con comunicazione ed eventi specifici rivolti a target differenti a livello locale e sovralocale.

La voce dei Tao è la voce del territorio: partendo dall’immaginario di Antonio Verri, verranno raccolte nuove narrazioni, fra testimonianze del passato e visioni del futuro.  

I cittadini saranno invitati a misurarsi con il patrimonio letterario di Verri per reinterpretarlo e riviverlo. I racconti e le suggestioni evocate attraverso parole, musica, fotografie o creazioni saranno raccolte e restituite all’interno delle installazioni in una narrazione corale.

Il processo è integrato nelle strutture con l’inclusione di qr-code, attraverso i quali si può rivivere la narrazione in un percorso che non è solo fisico, ma anche culturale.

La struttura fisica è composta da pochi elementi: struttura di base, balle di paglia, ulivi e colori sono il supporto neutro sul quale si innestano i frutti del processo partecipato.

La struttura di base è costituita da una colonna polistila zavorrata alla base, sulla quale vengono installati gli innesti disegnati nei laboratori di coprogettazione.

Dopo l’evento, coltivato dalla comunità con la realizzazione di nuovi innesti, Ti racconto na ccosa può continuare a fruttificare nel tempo,

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Fondo Verri

Mediatrice linguistica ed esperta di A. Verri

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